30/05/2024

The Winner takes it all: le Fearless sono in C1!
ci sono 0 commenti ci sono state 247 letture

Emozioni forti.

Sono quelle che regala lo sport: sentimenti veri, primordiali, inclusivi che possono far pendere l’ago della bilancia verso una sconfitta o una vittoria, regalare momenti di sconfinata gioia o tristezza, trasformare in tifosi accaniti anche i più miti e pacati, sollevare le braccia al cielo per il trionfo o abbassarle in segno di resa.

E’ tutto in quella pallina che viaggia oltre la rete, metafora della voglia di spingersi in avanti e superare gli ostacoli, con la giusta forza d’animo per non rimanervi intrappolati ma senza esagerare evitando così di perdersi.

La vittoria di Saronno – ormai una seconda casa per le Aquile – è la sintesi perfetta di una stagione vissuta al limite: la lotta fino all’ultima giornata con la Bremese per la vittoria nel girone, il tabellone durissimo per arrivare in semifinale, i 4 match point non sfruttati in semifinale ed il destino che rimette come ultimo avversario proprio la Bremese battuta al culmine di una battaglia di nervi: ultimo punto, ultimo set, ultima partita.

Questa è la cronaca della tempesta perfetta, di un’altra impresa fantastica.

 

Capitolo 1 – Ottavi di Finale

Il sorteggio non è stato benevolo. Monza è tra le 2 squadre che avremmo fatto volentieri a meno di incontrare. Una squadra qualificatasi nel girone più difficile a spese di squadroni come Vigevano e Varese. La parola d’ordine è una sola: compatti.

Mr. Offredi e Hammer, a lavoro da settimane, decidono di rischiare con la strategia che si rivelerà vincente per l’intera giornata: doppio (quasi inedito) Gomez/Gala, fiducia all’airone romano che gioca da numero 1, Leuci in campo per trovare una zampata nel primo o secondo incontro e Big Jordi che gioca subito dopo il doppio per allungare sul 2-0.

Monza è forte: Ciceri, Gialnisio e Coslovich sono giocatori bravi ed esperti ma hanno qualcosa in meno degli Alfieri azzurri. Il doppio rompe gli equilibri, Gomez detta legge e batte senza problemi Ciceri, Air-on man inizia a brillare di luce propria e si va sul 3-0. Coslovich prova a riportare in partita i monzesi ma il gladiatore romano inizia l’ascesa verso lo zenith pongistico e la chiude in modo autoritario su Ciceri. In palestra qualcuno si accorge delle Aquile mentre Saronno vince bene con Abbadia e Milano regola senza patemi Olimpia A. Nella parte bassa del tabellone la Bremese supera Varese, Gazzaniga vince alla bella con la Morelli e MTT fatica da matti contro la forte Olimpia B dello straniero Heinle, altra “finale” anticipata.

 

Capitolo 2 – Quarti di Finale

Milano. Squadra temibile. Gargantini e Lu sono veloci e forti, Pelizzola ha vinto più di tutti quelli presenti in palestra, volevamo evitarli; non si può.

Noi stiamo bene, sappiamo che se vinciamo arriviamo fino in fondo, decidiamo solo di cambiare Leuci con Gala per dare respiro al “vecio” e rimettere in palla Ale prima della semifinale.

Il doppio non tradisce ancora una volta, sembra che si conoscano a memoria. Gomez, fenomeno incontenibile, alza il livello di un paio di categorie ed abbatte Gargantini, Marcolini è concentrato con Pelizza ed è di nuovo 3-0. Lu riapre i conti con Gala (che intanto prende ossigeno e minuti) ma il palcoscenico è nuovamente del bell’Andrea che, in giornata di grazia, stravolge i pronostici e la spunta su Gargantini. Siamo nelle prime 4, serve solo un’altra vittoria.

Affronteremo Marco Polo che batte Saronno dopo una sfida infinita mentre nella parte bassa la semifinale sarà tra MTT che batte Gazzaniga non senza patemi e la Bremese che, a sorpresa, supera il forte Gallarate di Fedeli e Saporiti

 

 

Capitolo 3 – Semifinale

Ancora loro. Lo sapevamo. Ne abbiamo già giocata un’altra di semifinale con i bianco-azzurri, e l’abbiamo persa. Ma oggi non andrà così, è la giornata giusta. Siamo abbracciati in cerchio, possiamo farcela.

Il doppio ci regala un punto eccezionale, i nostri sembrano imbattibili. Gomez non batte Bruni: la velocità del bravo bresciano ha la meglio sulle diagonali del talentuoso svizzero che inizia a mostrare qualche segno di stanchezza. Purtroppo, anche l’airone si appanna e lascia il passo alla talentuosa Filippi. Per la prima volta nella giornata, siamo sotto 2-1.

Tocca a Frà Leuci, uno che se gli chiedi di andare sulla luna si mette la tuta spaziale e se tre secondi dopo gli proponi di arare un campo, toglie la tua e sale su un trattore. In entrambi i casi, gli riesce bene.

Eppure, è sotto 2-0; anzi, l’ottimo Aparo ha anche un paio di match-point.

No, non la vuole perdere. Si capisce perché ha iniziato a mettere dentro ogni palla, risale, risale, risale…è troppo anche per il giovane talento di Marco Polo: Francesco la ribalta contro ogni pronostico, siamo 2-2!

L’airone ha il secondo (e ultimo) momento buio della giornata; combatte, ci prova, simula di arrendersi e poi risorge ma Bruni è inarrestabile. Ci pensa il redivivo Jordi a ristabilire gli equilibri contro Aparo: siamo 3-3. Tocca a Francesco contro la forte Filippi.

Fuori, ormai, è buio.

E’ una battaglia (sportivamente) feroce sin dai primi punti. Il campo da gioco è praticamente una corrida, il tifo (molto sportivo) chiassoso da ambo le parti. Entrambi mettono in campo tutto quello che hanno: grinta, anima, passione, forza, velocità, esperienza. E’ una partita per cuori forti in cui i capovolgimenti di risultato sono continui. Frà va sotto 1-0, rimonta con autorità e si porta sul 2-1 con 3-0 a favore, sembra fatta ma l’avversaria risorge e porta a casa il 4° set. Si va alla bella, nessuno guarda più l’orologio, punto su punto, allungo di Francesco sul 9-7, Giorgia lo riprende, 10-9 per Marco Polo, 10-10, match point sprecati ed annullati da ambo le parti.

Poi arriva l’ultimo, ed è di Marco Polo che festeggia.

Non doveva finire così: stanchi, acciaccati, delusi, in testa solo l’occasione sprecata. Hammer fa la spola tra i compagni provando a tirar su il morale. E’ difficile. Molto.

Adesso ancora la Bremese, altre due ore di partita, un’altra battaglia.

 

Capitolo 4 – Finale ¾ posto

Dobbiamo resettare, ne siamo tutti convinti ma è difficile metterlo in pratica.

Perdiamo il doppio, perdiamo due singoli (Jordi vs Botta e Leuci vs Cerutti); serve un esempio, deve succedere qualcosa per trasformare anima e cuore e ridare energia.

Tocca all’airone, è il suo giorno: risorge dalla difficile semifinale e batte sia Merlo che Botta. Risultato strepitoso, gli equilibri sono stravolti, come lui che crolla in panchina per la fatica.

Jordi raschia le ultime energie dal barile, è infinito, straziante nello sforzo, tenace nell’inseguire la vittoria e regalare l’ultima speranza ed infligge un 3-0 ad un Cerutti che non si regge in piedi per la fatica. Siamo di nuovo alla bella, poteva solo finire così.

 

 

 

Capitolo 5 – Epilogo

“Me la sento. Gioco io”. Se un amico ti chiede di farlo, lo fai nel migliore dei modi. E’ una regola della strada che non c’è bisogno di insegnare, non è scritto sui libri, non si studia a scuola, lo si fa e basta.

Ale è conscio che i compagni hanno dato tutto, dentro e fuori dal campo. Non solo nella lunga giornata di Saronno ma durante tutto l’anno. In un attimo gli passano davanti gli ultimi mesi: vittorie e sconfitte, frizioni ed accelerate. Lo sa di essere l’uomo dell’ultima partita, esattamente come nel 2022.

Non è così semplice. Di fronte ha un avversario che non molla mai. Ha già perso in campionato dando inizio alla lunga rincorsa che ha portato al PalaExbo di Saronno a giocarsi tutto. Ancora contro di lui perché il Dio del Ping Pong vuole questo: un eterno Karma.

Sono le 23 di sera di una giornata infinita.

Anche la partita è infinita: 0-1 (male), 2-1 (molto bene), 2-2…di nuovo

Punto su punto nell’ultimo set, poi allungo decisivo: 7-4. E’ fatta.

No, il coriaceo Bremese risale: 7-5, 7-6. Chiamiamo time out. Si ricomincia: spigolo, 7-7, 7-8, è finita.

No, non è finita: 8-8, 9-8, 9-9, 9-10. Non ci sono più schemi, le palline superano la rete in barba a qualunque legge fisica. Fino al match point Bremese.

Adesso è solo follia pongistica: servizio lungo a scorrere sul dritto che l’avversario manda fuori. Quel colpo è dentro 9 volte su 10 in una situazione normale. Ma di normalità non c’è più nulla. Tutto in una frazione di secondo: impossibile da descrivere.

11-10. E’ il nostro match point, come a Riccione, sempre ai vantaggi.

L’ultimo punto non lo ricordo.

Ho in mente il fotogramma di 6 uomini, 3 generazioni a confronto, eterni bambini,  abbracciati dentro il campo.

Ho visto lacrime di gioia.

Ho visto una squadra nascere, crescere e vincere, lo abbiamo fatto insieme.

GRAZIE RAGAZZI!

 

vince