12/10/2021

C2 - La leggenda del Piave
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La leggenda del Piave

 

Capitolo 1 - Fiume Piave, Maggio 1918.

Il Piave mormorava

Calmo e placido, al passaggio

Dei primi fanti, il ventiquattro maggio

L'esercito marciava

Per raggiunger la frontiera

Per far contro il nemico una barriera

Muti passaron quella notte i fanti

Tacere bisognava, e andare avanti….

 

Pochi sanno che la nostra prima vera Unità Nazionale, dopo quella del 1861, è da attribuire ad un Napoletano. Sarebbe da raccontare di nuovo a tutti gli “scissionisti” che vedono nel Sud quella parte d’Italia da cui affrancarsi dimenticando con qualche discorso da piazza e concentrandosi su quanto in quella parte dello stivale non abbia mai funzionato (purtroppo molto) o sia veramente da rinnegare (ahimè, altrettanto).

Ma il Sud è anche altro e, al pari delle altre parti d’Italia, è in grado di sfornare uomini e donne ancor prima che persone. Uomini il cui coraggio e l’indomita passione travalica i limiti del tempo.

Così, quella sera dell’8 Novembre 1917, il generale Armando Diaz (Napoletano) fu chiamato a sostituire il principale responsabile, nonché inetto militare, al secolo Luigi Cadorna, artefice della Caporetto Italiana che gli valse la memoria storica di tutte le generazioni passate, presenti e future nonché l’intestazione di vie e piazze nelle principali città Italiane.

Diaz, che aveva 11 anni in meno di Cadorna (cosa impensabile nel Regio Esercito di inizio 900), ma aveva combattuto, e con onore, sul Carso (!!!) capì che bisognava resistere e soffrire. Fece leva sul senso patriottico degli uomini e spiegò loro che ogni centimetro sarebbe valso la vittoria. Fu favorita la cooperazione e lo spirito di squadra venendo attribuite ad ognuno responsabilità concrete e definite. Bisognava ricostruire un esercito e vincere la guerra.

Il Fiume Piave divenne l’emblema della resistenza e della vittoria italiana. La vittoria di un Popolo chiamato a risorgere, come tante volte accadrà, dopo una tremenda sconfitta. Diaz guidò l’Italia alla vittoria contro il nemico Austro-Ungarico, quel giorno a Vittorio Veneto fummo tutti un po’ Napoletani.

Capitolo 2 - Via Piave 1, Saronno, Ottobre 2021.

La Caporetto pongistica sembrava definitivamente consumarsi dopo la sconfitta del nostro numero 1 che sprecava 4 match point contro l’amazzone Lombarda (che di scalpo ne aveva fatto un altro nella prima partita).

Però, le Aquile senza paura schieravano 4 indomiti interpreti, ognuno a suo modo, della resilienza meridionale e lombarda. Nessuno fino alle 17:00 del pomeriggio aveva espresso un briciolo della riconosciuta capacità pongistica, persi in un’indefinita paura di perdere (o di vincere) che faceva da padrone.

Se è vero che la riscossa è stata suonata dal Leuci nazionale, e la rimonta completata da un Gala finalmente sopra la sufficienza, l’Armando Diaz di giornata è il “vecio” Mr. Offredi che, prima si conquista una semplice vittoria contro il carneade avversario, ma poi compie il suo capolavoro di tattica sopraffina contro l’altro eroe di giornata (Bartolommei) rinverdendo per un pomeriggio i fasti del passato.

Ancora una volta, le Aquile escono indenni da un campo difficile, più per meriti extra-tecnici (tenacia, grinta, passione, forza di volontà, calma, senso di squadra…) che per bravura tecnica ma, come il Piave insegna, gli Italiani sono coloro che sanno risorgere dalle loro ceneri e ricominciare.

La C2 è nostra, non ce la toglie nessuno e chissà…se il nostro Piave sarà di buon auspicio.

….S'udiva intanto dalle amate sponde

Sommesso e lieve il tripudiar dell'onde

Era un presagio dolce e lusinghiero

Il Piave mormorò: "Non passa lo straniero"

 

Disclaimer

Ho 43 anni, da 18 vivo in Lombardia. Amo l’Italia, non ho preclusioni in quanto a regione, razza e colore. La Calabria mi ha cresciuto, la Lombardia mi ha accolto e mi ha realizzato.

Non credo nel razzismo, credo nelle persone: ve ne sono tante buone e cattive in ogni parte d’Italia e del Mondo.

Ho amici del Sud e del Nord Italia indistintamente ma presto molta attenzione nello sceglier loro ed i miei nemici come un mio Amico Bergamasco mi ha insegnato.

Vincenzo